Nel 1972 Guccini compose quella che, a mio avviso, è una delle più belle canzoni del panorama musicale italiano, inserita nel disco “Radici” il cui titolo anticipa il filo conduttore dei brani. La “Canzone dei dodici mesi” è un campione di poesia pura, con un arrangiamento semplice ma di grande effetto e con un cantato tanto espressivo da lasciare un peso non indifferente nell’ascoltatore. Sono due le grandi ispirazioni artistiche che hanno influenzato il cantautore per la realizzazione del brano, una decorazione scultorea ed un’opera letteraria. La prima è il “Ciclo dei mesi”, un gruppo di bassorilievi medievali che si snodano lungo gli stipiti della parte interna della Porta della Peschiera, nella facciata principale del Duomo di Modena. Il ciclo rappresenta contadini e nobili ritratti durante le diverse attività stagionali. L’altra ispirazione dell’autore è rappresentata dalla “Corona dei Mesi” o “Sonetti de’ mesi” di Folgóre da San Gimignano ; l’opera si compone di quattordici sonetti scritti in volgare toscano tra i primi due decenni del XIV° secolo che rientrano nel genere del plazer, ovvero un elenco di attività piacevoli sviluppate in base alle caratteristiche di ogni singolo mese.
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