C’è un posto incantato a Montalto, frazione di Cessapalombo, creato con lo scopo di far conoscere il ciclo vitale che le farfalle compiono per diventare tali. Si possono osservare mentre volano di fiore in fiore, in assoluta libertà. Un piccolo spazio di natura incontaminata grazie alle cure di Fabiana Tassoni e Patrizio Guglini, marito e moglie. Come “demiurghi” hanno dato linfa al Giardino delle Farfalle, nel Parco nazionale dei Sibillini. Amore, dedizione e anni di sacrifici hanno permesso di registrare da aprile a settembre 6000 presenze.
Se non fosse che la Casa, vicino al giardino, è stata profondamente ferita dal sisma. “Non è il terremoto a creare i disagi, ma l’uomo – dichiara Patrizio – e ora, per l’incapacità amministrativa delle persone e per le lungaggini burocratiche diventa un problema persino avere un container in cui trasferire il materiale”.
Nella casa, la coppia organizzava appuntamenti di successo e degustazioni di prodotti tipici, come pane e pizza a base di farina macinata a pietra, coinvolgendo le aziende della zona. E’ l’anima del paese ed è necessario, per garantire la sopravvivenza di tutta Cessapalombo, fare in modo che l’attività riprenda al più presto.
“E’ brutto ritrovarsi all’improvviso disoccupati e senza stipendio – dice Patrizio -. La casa si può riparare, ma senza lavoro non hai futuro. Non vogliamo essere né premiati né compatiti, abbiamo accettato la sfida di avviare un’attività in montagna per farla rivivere e perché amiamo la natura, ma ci sentiamo emarginati. E l’emarginazione c’era già prima del terremoto”.
Patrizio e Fabiana hanno dato il massimo per regalare emozioni a grandi e piccini. Ogni bambino che visita il Giardino ne esce innamorato, i papà e le mamme partecipano alle escursioni, agli incontri culturali e ai laboratori proposti, che vanno da una colazione con l’entomologo ai corsi di educazione ambientale e alimentare.
“Come lavoratore autonomo ho lavorato sodo anche durante la maternità senza entrate né sospensione dei contributi”, dichiara Fabiana. “Le parole sono sempre tante – prosegue il marito – ma l’equità sociale è inesistente, l’attenzione si riversa sulla costa. Vengono qui e ci dicono “beati voi che abitate in un simile paradiso” senza conoscere la fatica per mantenerlo. Iniziamo ad essere stufi, non si può mettere la classica pezza d’appoggio. Bisogna che le istituzioni ci ascoltino”.