Anche questo fantastico itinerario non viene riportato nelle principali guide ufficiali dei Monti Sibillini. Esso permette di raggiungere l'incredibile placconata dell’Aia della Regina e la Grotta delle Fate, poste nel versante sud del Monte Vettore per un comodo tracciato.
L’itinerario è vivamente consigliato a tutti gli escursionisti che hanno voglia in particolare di scoprire questo versante aspro, selvaggio ma nello stesso tempo meraviglioso del Monte Vettore, altrimenti frequentato solamente da pochi alpinisti sia d’estate che d’inverno.
Molto più in basso di questo itinerario corre parallelamente il “Sentiero dei Mietitori” che per la maggior parte del suo tracciato si svolge dentro al bosco senza alcuna panoramicità. Nella zona è conosciuta solo da escursionisti esperti e alpinisti ed è riportata sulle guide in commercio la più difficile “Via del Canalino”, che risale la sponda destra dell’Aia della Regina per poi raggiungere la Cima di Pretare ed il Monte Vettore.
L’itinerario qui descritto può essere considerato come il raggiungimento più breve del “canalino” anziché partire dalla fonte delle Sicinere ed attraversare il faticoso bosco di pini soprastante. L’itinerario è vivamente consigliato anche in inverno con condizioni di neve ben assestata, ma è necessaria attrezzatura specifica (piccozza e ramponi) e una buona esperienza alpinistica su ghiaccio. Da questo itinerario partono diversi tracciati alpinistici invernali che salgono nei vari canali sovrastanti fino alla cima del Monte Vettore.
Accesso: dalla carrozzabile che congiunge Forca di Presta a Montegallo e Arquata del Tronto si scende con l’auto fino alla località Piè Vettore, 300 metri prima del primo tornante si nota sulla sinistra un primo nucleo boschivo e sulla destra un ampio piazzale dove si parcheggia. Nel prato pianeggiante sopra strada si notano i pali che segnalano l’inizio del “Sentiero dei mietitori” (358827 E – 4739979 N, 1380 m.).
Descrizione: Si percorre il sentiero dei Mietitori per circa 200 metri quindi, senza percorso, si risale per altri 200 metri di dislivello il pendio verso nord-ovest caratterizzato da arbusti nani di ginepro e uva orsina in direzione del Canalone del Mezzi Litri che scende dal pendio sottostante la Forca delle Ciaole.
L’imbocco del canalone è caratterizzato da ghiaioni di breccia rossastra e blocchi di conglomerato posti a strati nella sponda sinistra (358801 E – 4740792 N, 1560 m.). Proprio alla base di tali blocchi inizia verso destra in direzione nord in salita una traccia di sentiero indicato con frequenti omini di pietra e che man mano si fa più evidente (25 minuti dall’auto). Il sentiero diventa pianeggiante ed inizia ad attraversare una bellissima zona caratterizzata da torrioni e spuntoni rocciosi sparsi a valle e a monte.
Si prosegue in lieve salita al di sopra del rimboschimento di pini che caratterizza la parte bassa della montagna, fino a raggiungere, in altri 30 minuti, un ampio canalone roccioso caratterizzato da immense placche rocciose coricate tra cui si snoda il sentiero.
Si traversa il canale e si prosegue sul bordo opposto in un ambiente che si fa man mano più selvaggio e roccioso.
Superata una crestina si prosegue per tracciato su pendio erboso fino a dei torrioni di roccia, oltre i quali si apre un canale ghiaioso e ci si affaccia sulla immensa placconata rocciosa dell’Aia della Regina. Qui si notano le imponenti pareti soprastanti della Piramide alla base della quale si apre lo scuro antro della Grotta delle Fate già visibile.
Si consiglia di memorizzare bene questo punto, perché poi rappresenta l’inizio dell’itinerario di discesa e non sono presenti segnalazioni in loco.
Da questo punto (359662 E – 4741821 N, 1700 m.) in poi iniziano delle difficoltà per cui si raccomanda molta prudenza nel superare il canalone ghiaioso che vi separa dalle placche rocciose sottostanti la grotta delle fate.
Si attraversa il canalone ghiaioso in lieve salita per traccia di sentiero superando un tratto roccioso piuttosto insidioso e, costeggiando le rocce, ci si dirige verso il pendio erboso sottostante la grande placconata dell’Aia della Regina.
Qui l’ambiente è spettacolare e unico nel suo genere nei Monti Sibillini. Si è circondati da altissime pareti rocciose verticali, al centro di placche di roccia talmente levigate che sembrano quasi una colata di cemento, un panorama verticale sul paese di Pretare, Arquata e sulla valle del Tronto con di fronte i Monti della Laga.
Si raggiunge quindi la base inferiore della placconata dell’Aia della Regina, caratterizzata da un anfiteatro di paretine rocciose alte alcuni metri. Si risalgono le paretine sovrastanti nel punto più basso in corrispondenza di un grosso arbusto, e si mette piede nelle placche di liscissimo calcare che caratterizzano questa incredibile zona del Monti Sibillini.
Risalendo le placche, con attenzione perché in alcuni punti sono bagnate e scivolosissime, in direzione della parete rocciosa soprastante dove si nota l’ingresso della grotta, si raggiunge il limite superiore dell’Aia della Regina. Qui, in direzione della verticale della grotta, si supera verso sinistra con molta attenzione il ripido pendio erboso sottostante bagnato in alcuni punti dall’acqua che cade dalle pareti soprastanti, quindi piegando verso destra costeggiando la base della parete si raggiunge l’ingresso della Grotta delle Fate a 1942 m. (2 ore dall’auto).
La grotta in realtà è una ampia caverna profonda una decina di metri, sopra di essa si innalza per circa trecento metri di verticale, la parete della “Piramide” (2181 m.) che si può osservare costeggiando sulla destra la cengia che parte dalla grotta.
Per escursionisti esperti su difficoltà alpinistiche, che volessero proseguire fino al Monte Vettore per la “Via del Canalino”, una volta raggiunta la placconata dell’Aia della Regina, non superare il suo bordo inferiore ma costeggiarlo per ripidi ghiaioni verso destra fino al termine, per prendere la cresta erbosa che con una ripida salita ed un canalino ghiaioso, in direzione di una caverna-tetto di roccia strapiombante caratteristica, porta all’imbocco del “canalino” dove si trovano i segnali dell’itinerario di salita e la corda di acciaio che caratterizza il tratto più difficile del percorso, all’interno dell’imbuto.
Discesa: stesso itinerario facendo molta attenzione a scendere dalla grotta fino alla base della placconata dell’Aia della Regina e quindi a prendere l’imbocco del sentiero di raggiungimento (2 ore fino all’auto).
Variante: i torrioni del lato sinistro (orografico) del canalone dei Mezzi Litri
Descrizione: dall’imbocco del Canalone del Mezzi Litri, caratterizzato da ghiaioni di breccia rossastra e blocchi di conglomerato posti a strati nella sponda sinistra (358801 E – 4740792 N, 1560 m.), invece di prendere verso destra, in direzione nord in salita, il sentiero descritto precedentemente, si risale faticosamente ancora per altri 200 metri la sponda ghiaiosa del canale fino ad intercettare una traccia, che sale anch’essa verso destra in direzioni dei grandi torrioni che caratterizzano la sua sponda.
La traccia in lieve salita si snoda tra canali e alti torrioni rocciosi. In questa zona si consiglia di dirigersi, senza itinerario, sulle sommità dei torrioni più alti che si incontrano e di girovagare alla ricerca di scorci molto singolari. La traccia di sentiero continua sempre in lieve salita in direzione della “Piramide” che si scorge di lato fino ad attraversare tutta la zona e dirigersi verso i prati in direzione del “canale del santuario”, posto sulla verticale della Forca delle Ciaole proprio in corrispondenza dell’inizio della salita per la cima del M. Vettore.
Tale percorso era anticamente utilizzato dai pastori per portare le greggi nei pascoli del versante est del M. Vettore.
L’itinerario è stato percorso per la prima volta nel febbraio 2014 con la neve e ci ha regalato una giornata insolita e spettacolare, ovviamente d’inverno è necessaria la normale dotazione alpinistica (piccozza e ramponi).
Nella zona sopra descritta abbiamo poi effettuato due vie su roccia discreta risalendo alcuni torrioni con passaggi di IV e 1-2 tiri di corda ma essendo salite “da palestra” non descrivo dettagliatamente tali vie.
Discesa: stesso itinerario, d’inverno girovagando si può raggiungere la base del torrione posto più in alto, alla base del quale si apre una ampia cavità, (foto 52) per scendere poi verso sinistra direttamente nel Canalone dei Mezzi Litri innevato e quindi facilmente fino a Pié Vettore fino a riprendere l’itinerario di salita (1 ora).