Cima del Redentore, salita diretta dai piani di Castelluccio attraversando la zona della leggenda dell’impatto ufo

Scritto il 25 Luglio 2018 da Gianluca Carradorini

La salita proposta, adatta a tutti gli escursionisti con buon allenamento, presenta un dislivello complessivo di 1100 metri con pendenza da 30 gradi fino a 45 gradi nella parte superiore del “cordone del Vettore” ma senza difficoltà alpinistiche. Permette di salire alla Cima del Redentore direttamente dalla strada Castelluccio-Forca di Presta, senza percorso tracciato ma salendo per prati e canaloni attraversando una zona nella quale si ritrovano strani frammenti metallici attribuiti dalla leggenda popolare all’impatto di un velivolo, (UFO o OVNI in Italiano?) verificatosi nel maggio del 1993.

Nello stesso periodo si verificarono avvistamenti, completi di fotografie, di uno strano essere, che girovagava nella zona di Pretare, posta sul versante opposto della montagna, riportati anche dai mass-media e successivamente ridimensionati come uno scherzo di cattivo gusto, che ancora si possono vedere su internet. Non approfondisco l’argomento ne faccio commenti su queste vicende. So soltanto che la zona ed in particolare la strada , fu interdetta al pubblico per alcuni giorni dai militari. C’è invece chi ipotizza che tali frammenti siano schegge di proiettili di artiglieria militare sparati sulla montagna per esercitazioni durante la seconda guerra mondiale.

La particolarità di questi frammenti è che, nonostante siano stati esposti agli agenti atmosferici per tutti questi anni , sono ricoperti da un sottilissimo strato di ruggine che grattato con della semplice carta vetrata o con una lama evidenzia il lucente metallo ferroso sottostante, inoltre presentano uno spessore notevole, anche di diversi centimetri. In genere gli aerei sono costruiti in alluminio, metallo molto leggero, i proiettili di artiglieria e quindi le schegge derivanti sono di spessore ridotto, generalmente di ottone, bronzo o talvolta di ghisa, sono facilmente corrodibile dagli agenti atmosferici specialmente dopo anni di permanenza all’esterno.

L’itinerario è vivamente consigliato a luglio quando potete ammirare la “fioritura” di Castelluccio dall’alto e anche in inverno con condizioni di neve assestata ma è necessaria attrezzatura specifica (piccozza e ramponi) e un minimo di esperienza alpinistica su ghiaccio ma ovviamente niente frammenti metallici!!

Accesso: da Castelluccio si scende con l’auto per il piano grande quindi si prende la deviazione a destra per Forca di Presta. Dall’incrocio parte una diretta lunga circa un chilometro al termine della quale con una netta curva inizia la salita verso Forca di Presta.

Descrizione: Si lascia l’auto in corrispondenza della curva (355329 E – 4742192 N, 1304 m.), nella zona denominata “il sassone” per la presenza sulla destra della strada di un grande masso caduto dalla montagna e si inizia la salita senza tracciato verso est prendendo un canalone che sale proprio a monte della curva. Si segue il canalone che devia gradatamente verso sinistra fino a raggiungere, in circa 1,5 ore, quota 1700 metri (356200 E – 4742465 N), la zona denominata “costa del Vettore” dove inizia la zona dei ritrovamenti dei frammenti metallici. La zona dei ritrovamenti è compresa tra 1700 e 1850 metri di quota e si estende dal canalone di salita fino a circa 300 metri verso destra (356405 E – 4741970 N) ed in altezza fin quasi fino alla verticale dello Scoglio dell’Aquila che a questa quota inizia a mostrare la sua imponenza.

43 Salita alla Cima del Redentore dalla strada Castelluccio - F. Presta

44 Salita alla Cima del Redentore dalla strada Castelluccio - F. Presta

45 I frammenti metallici che si ritrovano nel versante ovest della Cima del Redentore

Proseguendo invece sempre il canalone di salita, in altri 60 minuti si arriva a quota 2000 metri (356744 E – 4742756 N), al cosiddetto “Cordone del Vettore”, fascia rocciosa che corre dallo Scoglio dell’Aquila fino alla verticale della Cima dell’Osservatorio. Qui si supera la barriera rocciosa prendendo la sponda sinistra del canale che scende diretto dalla Cima del Redentore, facendo attenzione alle roccette presenti ed ai pendii superiori che, oltre ad essere più ripidi, possono essere scivolosi, pertanto la salita non va fatta con pioggia o tempo incerto. Quindi con molta pazienza, salendo sui ripidi pendii erbosi a 45° di pendenza, in almeno altri 60 minuti di salita si raggiunge la Cima del Redentore a 2448 m. godendo dell’aereo panorama che offre sui Piani di Castelluccio.

Discesa: la discesa all’auto può essere effettuata proseguendo la cresta dalla Cima del Redentore per la Cima dell’Osservatorio quindi scendendo al Quarto S. Lorenzo e a Forca Viola. Dal centro della valletta di Forca Viola scendere in direzione di Castelluccio per il sentiero per la Valle delle Fonti (vedi itinerario 9). Non farsi ingannare dai due più ampi e comodi sentieri che partono a destra in successione e che portano al Casale dell’Argentella e più in basso alla Capanna Ghezzi, ma scendere il pendio ghiaioso sottostante per poi raggiungere il fondo della valle delle Fonti. Quindi percorrendo il sentiero di fondo valle, si raggiunge un pianoro con una fontana e costeggiando la base dei canaloni che scendono da Quarto S. Lorenzo e dalla Cima dell’Osservatorio, per prati e campi coltivati, senza tracciato in direzione del Sassone, si raggiunge l’auto da dove siete partiti. Per la discesa considerare almeno 3 ore dalla Cima del Redentore.

Oppure, più impegnativa ma molto più panoramica è la discesa del canalone sinistro dello Scoglio dell’Aquila (itinerario B). Dalla Cima del Redentore prendere la cresta per la Cima del Lago, raggiunta la Forcella del Lago, il punto più basso della cresta oltre la quale inizia la ripida salita per la Cima del Lago, scendere il pendio ghiaioso che costeggia le pareti sud dello Scoglio dell’Aquila, la cui cima è visibile (e raggiungibile per chi non soffre di vertigini) circa 100 metri sotto la cresta. Si scende tutto il canalone arrivando a contatto con le imponenti e liscissime pareti dello Scoglio dell’Aquila fino alla sua base dove è presente un pianoro caratterizzato da grandi massi caduti dallo scoglio e da antichi ripari in pietra di pastori. Da qui si osserva l’imponenza dello Scoglio dell’Aquila con le sue lisce e scanalate pareti di calcare massiccio. Per pendii senza tracciato si scende verso sinistra in direzione della curva della strada Castelluccio-Forca di Presta dove avete lasciato l’auto, ben visibile, che avete quasi sotto i vostri piedi.

Gianluca Carradorini

Chimico, libero professionista, risiede a Camerino. Ha pubblicato nel 2011 il libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”, in cui ha descritto numerose vie escursionistiche ed alpinistiche inedite aperte da lui nel gruppo montuoso, corredate da una vasta galleria fotografica di immagini,...
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