L’itinerario proposto, nonostante sia uno dei più spettacolari del Monti Sibillini insieme alla traversata del Fosso la Foce, descritto nella mia prima pubblicazione e alla portata di tutti gli escursionisti, non è riportato nelle principali guide ufficiali in commercio ma solo in una pubblicazione minore a distribuzione limitata e descritto in modo poco dettagliato.
Del tutto ignorata da qualsiasi guida invece la cosiddetta “cascata dimenticata” del Fosso Il Rio, per questo con i miei amici l’ho chiamata così, che si trova più in alto della più conosciuta e frequentatissima “cascata nascosta”.
L’itinerario è consigliato anche in inverno con condizioni di neve assestata, quando acquista un fascino ancora maggiore per l’imponente panorama che si può osservare nel primo tratto e per la bellezza tutta particolare di una cascata ghiacciata nel secondo tratto, ma è necessario considerare tempi di percorrenza più lunghi e la disponibilità di un minimo di attrezzatura invernale (piccozza e ramponi).
Cengia delle Ammoniti e il Tempio della Sibilla
Accesso: da Rubbiano si raggiunge con l’auto il parcheggio di Valleria quindi a piedi per l’ampio stradone per le Pisciarelle e la gola dell’Infernaccio si raggiunge l’eremo di S. Leonardo per il classico itinerario (sentiero n.229).
Descrizione: Dall’eremo di S. Leonardo si sale verso monte. Nei pressi della fontana il sentiero si biforca: a destra si tralascia il tracciato per la cosiddetta Cascata nascosta del Fosso del Rio (sentiero n.223), prendendo invece a sinistra in direzione nord-ovest si entra nel bosco dove il sentiero si fa netto. Con tornanti si sale fino ad uscire in circa 30 minuti in corrispondenza di un ampio prato con una valletta erbosa (358625 E – 4753797 N, 1300 m.) dove a destra parte il sentiero per il Casale il Rio e la cascata dimenticata del Rio, da visitare anch’essa in quanto ancora più spettacolare della prima e descritta di seguito.
Continuando sempre per ampio sentiero su prato in direzione ovest si risale un ampio vallone che piega verso sud. Si ignora sulla destra il sentiero che sale al Casale della Priora (358121 E – 4753569 N, 1540 m.), quindi in direzione sud-ovest si prosegue fino a raggiungere la sommità del primo torrione dei “Grottoni”. Qui si incontra una fontana diroccata (357947 E – 4753243 N, 1530 m.) e poco più avanti, in un avvallamento erboso, si nota il vecchio casale dei Grottoni. Si raggiunge il casale (357808 E – 4753337 N, 1615 m) e si continua in direzione ovest in piano dapprima su ampio pendio erboso che poi man mano si restringe fino a diventare una esile cengia che corre sotto ad una continua fascia di rocce.
Si percorre tutta la cengia sotto alla fascia di rocce che formano anche delle cavità dove si possono trovare delle ammoniti fossili, fino a raggiungere, in circa un chilometro o 30 minuti di cammino, la sommità del penultimo torrione dove, poche decine di metri sotto, si apre un arco naturale alto alcuni metri, a forma di tempio, denominato appunto “il tempio della Sibilla” (357121 E – 4753330 N, 1550 m.).
Il panorama sul Monte Sibilla con i suoi fossi e canyon (Le Vene, La Corona) posto di fronte e sulla valle del Tenna posta sotto ai vostri piedi è davvero spettacolare.
Al ritorno si consiglia di portarsi con molta attenzione sopra a qualche cima dei torrioni de “i grottoni”, sopra i quali state camminando, sporgersi magari mettendosi distesi a terra in modo da osservare l’incredibile verticale panorama che si aprirà sotto ai vostri piedi a picco sulla valle del Tenna.
Discesa: ripercorrere lo stesso itinerario per poter visitare anche la “Cascata dimenticata” del Fosso del Rio oppure per chi ha voglia di camminare, dal tempio della Sibilla, proseguire la cengia fino all’ultimo torrione quindi salire faticosamente in verticale verso nord-est il pendio posto a sinistra del costone soprastante la fascia di rocce per circa 400 metri fino a intercettare il sentiero (357240 E – 4753897 N, 1880 m.) che porta al Casale Pantanelli (355979 E -4754002 N, 1800 m.), da cui scendere per comodo sentiero verso la base del Pizzo Berro fino a Capotenna e da qui fino all’Infernaccio (considerare almeno ore 3 dal tempio della Sibilla).
La Cascata Dimenticata
Questo itinerario è consigliato da aprile a giugno, specialmente dopo inverni molto nevosi o primavere piovose in grado di generare la massima portata della cascata dimenticata, oppure in inverno con temperature molto basse, quando si presenta nel suo effimero splendore di ghiaccio.
La cascata non è descritta in alcuna guida nonostante sia ben più alta e spettacolare della seconda cascata del Rio, la cosiddetta “cascata nascosta” posta più a valle e ben conosciuta, il cui itinerario di raggiungimento è riportato sulle guide ufficiali.
Descrizione: Usciti dal bosco 30-40 minuti oltre l’eremo di S. Leonardo, ci si trova su un ampio prato con una valletta erbosa dove si scopre il versante del Rio (358625 E – 4753797 N, 1300 m.). Anziché proseguire per l’evidente sentiero che porta al cengia delle Ammoniti descritta precedentemente ci si inoltra nel prato sulla destra in direzione nord per lievi tracce di sentiero fino a raggiungere il bosco. All’interno del bosco il sentiero si fa netto e ben evidente, si prosegue in piano fino ad addentrarsi nel vallone del Rio.
Dopo circa 30 minuti si esce dal bosco e si incontra una deviazione in discesa che porta al nascosto Casale del Rio che può essere raggiunto al ritorno dalla cascata. Si prosegue nel sentiero in alto fino a raggiungere, con alcuni passaggi rocciosi, il fondo del Fosso del Rio dove scende un ruscello. Se guardate il ruscello a monte noterete che la maggiore quantità di acqua non proviene dall’imbuto superiore che scende direttamente dalla cima del Monte Priora ma da un lato del fosso.
Salendo il greto del ruscello per altri 150 metri si arriva ad una grande lama rocciosa sulla sinistra oltre la quale improvvisamente si apre il fosso della cascata dimenticata, una cascata alta circa 30 metri e con ampia portata primaverile davvero molto spettacolare che non si vede e non si sente fino a che non si è giunti sotto di essa (358045 E – 4754971N). Superando alcune facili roccette si può arrivare fino a sotto il suo salto principale. Generalmente d’estate la cascata si trasforma in una semplice parete bagnata in quanto le sorgenti che la alimentano sono poste un centinaio di metri sopra di essa e quindi perde la sua spettacolarità.
Se si prosegue la risalita del ruscello verso monte si può arrivare sotto ad un grande salto roccioso al centro del fosso. Salendo il pendio con attenzione verso destra costeggiando una liscissima parete rocciosa, si può ammirare tutta la successione di salti della cascata a partire dalle sue sorgenti.
Discesa: ripercorrere lo stesso itinerario di salita per l’Eremo di S. Leonardo (2.5 ore fino all’auto).