Altro incontro che si fa spesso andando in giro d’estate nei Monti Sibillini sono i cani da pastore. L’incontro potrebbe essere non molto piacevole perché se ci si avvicina ad un gregge al pascolo, i cani da guardia compiono bene il loro mestiere e si avventano contro i malcapitati passanti facendo loro cambiare percorso. In realtà non è mai successo che i cani da pastore abbiano attaccato delle persone, forse perché rimane più semplice andare verso la direzione opposta.
Può capitare invece di dover comunque passare vicino ad un gregge o, come è successo a me diversi anni fa, di dover attraversare proprio il gregge al pascolo, perché era impossibile passare altrove. In quella occasione, sapendo come comportarci, abbiamo superato il gregge indenni, durante l’avvicinamento al gregge diversi pastori maremmani, ci vennero incontro, cercando di farci cambiare strada.
Noi andavamo avanti con decisione ma senza correre, in fila indiana, cercando di rimanere a monte del gregge, in posizione più favorevole, senza distogliere lo sguardo dalla nostra strada, facendo rumore sul terreno con i bastoni che avevamo, in modo da far capire ai cani che i bastoni erano pesanti e che potevamo difenderci. I cani si misero in cerchio intorno a noi abbaiando all’impazzata, noi andavamo dritti senza neppure guardarli, senza correre o parlare, in modo del tutto tranquillo. Arrivati nei pressi del gregge ci venne incontro un vecchio cane con una pietra in bocca, si mise vicino a me che guidavo il gruppo e mi accompagnò fuori dal gregge, poco dopo si fermò e si fermarono anche tutti gli altri 5-6 cani che ci seguivano, attraversammo così il gregge, non senza un pò di timore, ma indenni. Successivamente, parlando con un pastore del comportamento dei cani ci spiegò che quello che ci venne incontro con la pietra in bocca era il capo branco, e finché teneva la pietra in bocca gli altri cani non avrebbero attaccato. Se avessimo dato fastidio alle pecore o avessimo corso o urlato, il capobranco avrebbe lasciato la pietra e non so cosa sarebbe successo. Quindi quando incontrate i cani da pastore non correte, non urlate ed è consigliabile portare sempre almeno un bastone con cui battere il terreno e non li guardate mai negli occhi ma tirate dritti con calma per la vostra strada.
Prima dell’istituzione del Parco Nazionale alla Pintura di Bolognola era consuetudine che qualche pastore lasciasse liberi d’inverno dei cani che trovavano rifugio e cibo nella zona grazie alle strutture alberghiere presenti.
Al mattino presto, quando arrivavamo per fare qualche escursione sulla neve, questi cani ci venivano incontro esprimendo una gioia incontenibile, saltandoci letteralmente addosso. Quindi si incamminavano con noi in montagna nonostante le prime volte avessimo cercato di allontanarli. Addirittura un anno due cani arrivarono con noi fino alla cima di Pizzo Regina, passando per tutta la strada del Fargno, forcella Angagnola e Pizzo Berro, una escursione di oltre 20 chilometri andata e ritorno, interamente su neve. Arrivati in cima erano talmente stanchi che si misero distesi sulla neve e salutarono alcuni miei compagni ritardatari battendo la coda a terra senza neppure alzarsi, dalla fame mangiarono perfino le bucce della frutta!!
La cosa che mi sorprendeva era la loro abilità e conoscenza della montagna. Una volta salimmo per un canalone con neve ghiacciata alla cima Acquario (descritta di seguito) su pendenze di 45 – 50° con ramponi e piccozze. Ovviamente i cani non poterono salire sul canalone ghiacciato ma tanta era la voglia di venire con noi in montagna che salirono con grande maestria e senza alcun timore sulle rocce ed erba che costeggiavano il canalone innevato ed arrivarono con noi fino a Monte Acuto.
Un’altra volta avevamo intenzione di percorrere la strada del Fargno nel tratto sotto alla parete nord di Monte Acuto, dove attualmente ci sono ben due lapidi di escursionisti morti in questi ultimi anni cadendo mentre cercavano di attraversare la strada riempita di neve. La strada era completamente riempita di neve e formava un pendio uniforme molto insidioso, i cani si misero davanti a noi abbaiando ed impedendoci di camminare e capimmo che non era il caso di proseguire per quella strada, dopo aver girato e percorso qualche centinaio di metri un sordo rumore ci fece girare, una slavina si era staccata proprio dove avremmo dovuto passare noi.
Erano una bellissima compagnia, durante il tragitto ogni tanto si avvicinavano a noi facendosi accarezzare, arrivati su qualche cima di solito noi ci soffermavamo per diversi minuti, i cani si mettevano seduti, gli davamo dei bocconi presi dalla nostra colazione e poi si mettevano per lungo tempo ad osservare le montagne. Non avevo mai visto dei cani osservare il panorama, talvolta pensavo che avessero un’anima... li ricordo con immensa gioia... ci mancano molto.