Andar per volpi, lupi, cervi, camosci ed altre piccole creature

Scritto il 27 Giugno 2018 da Gianluca Carradorini

In questi ultimi anni il mio girovagare nei Monti Sibillini mi ha portato ad incontri particolari con animali che erano scomparsi, come il lupo, o che non erano presenti a memoria d’uomo, come il camoscio d’Abruzzo, reintrodotto da pochi anni, o addirittura a poter quasi toccare una volpe, solitamente schiva all’uomo.
Ebbene, se andate verso il tramonto, d’estate alla fontana della Forca di Gualdo o Madonna della Cona, nei pressi del Pian Perduto di Castelluccio o al parcheggio di Valleria dove si lascia l’auto per raggiungere le gole dell’Infernaccio, quando ormai tutti gli escursionisti se ne sono andati ed inizia a regnare il silenzio, usciranno dal bosco delle dapprima timide ma poi sempre più socievoli e bellissime volpi, in cerca di qualche residuo di cibo.
Ormai questi animali si sono abituati alla confusione ed alla presenza dell’uomo che, come si sa purtroppo per l’ambiente ma per la fortuna delle volpi, lascia in giro sempre qualcosa da mangiare. Potrete addirittura dargli a mangiare direttamente dalle vostre mani purché abbiate pazienza e soprattutto non fate movimenti bruschi. Sarà veramente un incontro straordinario.

13 L’autore mentre immortala la volpe rossa dell’Infernaccio

L’incontro con il lupo è sempre straordinario, perché in genere avviene per un tempo brevissimo senza alcun preavviso. Ti sfreccia davanti e non fai in tempo neppure a fotografarlo perché rimani estasiato dalla sua visione, oppure lo vedi da lontano ma non si fa certo avvicinare .
L’ho incontrato più volte, soprattutto d’inverno principalmente nella zona compresa tra il Monte Prata e la Valle delle Fonti nella zona di Castelluccio, anche in coppia ed addirittura in pieno inverno che girovagavano con oltre un metro di neve all’interno dell’isolata Valle lunga.

Un giorno ero andato a fare un giro da solo nel versante est del Pizzo di Méta quando al ritorno, attraversando un lembo di bosco sento un belare piuttosto strano, mi giro e a venti metri da me, come una saetta ha attraversato un bellissimo lupo con un agnello tra i denti. Non ho fatto in tempo ne a fotografarlo ne ad urlare per fargli lasciare la preda. Mi sono goduto quel rapido passaggio ammirando la bellezza di quell’animale.

Mio nonno mi ha raccontato spesso di vicende di lupi che negli anni prima della seconda guerra mondiale abbondavano nei nostri monti. Li ha incontrati più volte da vicino d’inverno con la neve quando andava a lavorare con gli sci da Acquacanina alla centrale di Bolognola e addirittura una volta uno sgozzò una pecora proprio in un casolare nei pressi della sua casa tirandola fuori da una buca della porta, dove un pastore ricoverava le pecore quando c’era la neve.

Attualmente sono stimati circa 50 esemplari sparsi in gruppi territorialmente separati per tutto il territorio dei Monti Sibillini.
D’inverno è facile vedere e riconoscere le tracce del lupo con il suo tipico andamento “filante” e regolare, una dietro l’altra, lunghe circa 10 centimetri, con quattro dita nelle zampe posteriori e cinque in quelle anteriori di cui il pollice sospeso verso l’alto.

15 Il lupo non si fa vedere ma le sue tracce sono ben visibili: orme intorno al Monte Amandola

Alcune coppie di Cervi sono state reintrodotte di recente nei Monti Sibillini, non mi risulta che il cervo sia stato mai presente allo stato selvatico nel gruppo montuoso. Non è facile incontrarlo, io ho avuto modo di osservarlo alcune volte a primavera all’alba quando va a bere nelle sponde del Lago di Fiastra ed in particolare nei pressi del ponte che da S. Lorenzo attraversa la parte iniziale del lago per raggiungere il capoluogo.

17 Il cervo di Fiastra

Il camoscio d’Abruzzo o dell’Appennino è anch’esso di recente reintroduzione in quanto, da resti fossili trovati su una grotta del Monte Argentella, sembra essere stato presente nei Monti Sibillini qualche migliaio di anni fa e poi a causa della limitata estensione del territorio e della crescente antropizzazione si è estinto.
Attualmente il gruppo di ripopolamento si trova nella zona protetta del Monte Bove, interdetta agli escursionisti, ma talvolta, con molta fortuna, è possibile incontrarli fuori del limite della zona mentre pascolano nei ripidi pendii della val di Bove, come mi è capitato anni fa.

Quel giorno stavamo salendo dal Monte Cornaccione al Monte Bove Sud, fuori l’area interdetta e come siamo giunti alla cresta tra il Monte Bicco e Monte Bove Sud. Ci siamo affacciati verso la Val di Bove e ci siamo trovati quasi faccia a faccia con il gruppo di camosci che avevano anche dei cuccioli e che stavano pascolando ed addirittura saltellando su pendii erbosi di oltre 60 gradi di pendenza, pendii che noi saliamo solo d’inverno, con la neve gelata e con due piccozze e ramponi!! L’incontro è stato emozionante e la foto d’obbligo!

Poi chi vuole scoprire una vasta popolazione di piccoli esseri viventi, talvolta vere e proprie meraviglie della natura in miniatura, come coleotteri, farfalle, imenotteri, ortotteri ed altri insetti e ragni, deve frequentare i prati di media montagna, oltre i 1500 metri, d’estate da luglio ad agosto, gettando lo sguardo in particolare su fiori di ombrellifere o di composite o tra l’erba.

18 Camosci dell’appennino nei ripidi pendii del versante nord di M. Bove sud

Si potranno osservare farfalle del genere Lycaena dalle ali di un colore azzurro splendente che sono una versione in miniatura delle grandi Morpho brasiliane e che d’estate si ammassano a centinaia a bere nelle pozze d’acqua.
Oppure coleotteri tipicamente alpini, che si trovano solo nelle cime più alte dell’Appennino, con colori mimetici come il Trichius fasciatus o metallizzati come la bellissima e rarissima Rosalia Alpina. Ho avuto la fortuna di fotografarla con molta comodità in quanto si era posata spontaneamente sul mio zaino in una pausa pranzo nell’alta Valle dell’Infernaccio, prima di quest’incontro l’avevo più volte rincorsa nel prato del versante nord-est del Pizzo Berro per anni senza poterla mai fotografare da vicino.
Se avete l’occasione di passeggiare per il Piano Grande di Castelluccio in piena estate, ed in particolare dopo il tramonto, non potete non ascoltare l’enorme chiasso che fanno i grilli. Ce ne sono di tantissime specie, quelli neri sono difficili da osservare perché si nascondono in buche sul terreno, gli altri sono di colore verde o marrone e si mimetizzano tra l’erba quindi ci vogliono buoni occhi per scovarli ma vedrete che sono delle creature meravigliose.
Perfino i bruchi di farfalle, nonostante la loro fama ed il loro aspetto, sono anch’essi delle meraviglie della natura, nei loro colori ma soprattutto nella loro magia che li fa trasformare dapprima in crisalidi e poi in splendide farfalle, li potrete ammirare in particolare mentre si cibano delle foglie di ombrellifere. Oppure nelle perfezioni delle tele tessute dai ragni (aracnidi), che si possono osservare specialmente al mattino presto d’estate nei pendii intorno al Piano Grande quando la rugiada notturna le trasforma in incantevoli meraviglie della natura.

22 Splendida ragnatela con la rugiada mattutina al M. Guaidone, Piano Grande di Castelluccio

Per godersi questa “piccola” ma incantevole natura è necessario procurarsi un buon libro sugli insetti di montagna e una buona macchina fotografica assemblata per macro.
Ogni volta che vado nei Monti Sibillini, che posso godermi la visione dall’alto, la flora e la fauna, ogni volta che posso godermi questo meraviglioso pezzo di mondo (che non tutti possono godersi) che sento mio, mi rendo conto quanto sono stato fortunato a riuscire ad apprezzarlo, anche se talvolta ciò significa fatica e sacrificio.

Gianluca Carradorini

Chimico, libero professionista, risiede a Camerino. Ha pubblicato nel 2011 il libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”, in cui ha descritto numerose vie escursionistiche ed alpinistiche inedite aperte da lui nel gruppo montuoso, corredate da una vasta galleria fotografica di immagini,...
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