Un’esplosione di colori, la fioritura e la lenticchia di Castelluccio
L’estate è la stagione dei colori. Ormai famosa in tutto il mondo è la “fioritura” dei campi coltivati dei piani di Castelluccio di Norcia che ha luogo con il suo susseguirsi di colori, da metà giugno fino ai primi di agosto a seconda delle stagioni. In questi ultimi anni la “fioritura” si è fatta sempre più intensa e regolare, con enormi contrasti tra un campo e l’altro. Si passa da un campo rosso all’adiacente azzurro senza sfumatura, forse a causa dei cambiamenti climatici o della volontaria mano dell’uomo.
Ogni anno sempre più visitatori e fotografi da tutto il mondo, ho incontrato perfino dei giapponesi, vengono ad immortalare questo straordinario spettacolo della natura.
Altrettanto famosa è la lenticchia IGP di Castelluccio, lo squisito legume che ha ricevuto il marchio europeo della “Identificazione Geografica Protetta”, coltivata in un’area estesa su parte del Piano Grande e del Piano Piccolo ricadente nel Comune di Norcia (PG) e su parte del Pian Perduto ricadente nel comune di Castelsantangelo sul Nera (MC).
La lenticchia di Castelluccio IGP si distingue dalle altre per il piccolo seme e la particolare resistenza alla contaminazione da parassiti, caratteristica innata che gli è conferita dall’ambiente naturale e dal clima rigido dell’altopiano, in cui cresce.
La lenticchia secca, nome scientifico Lens culinaris e nome locale “lenta”, ha un bassissimo contenuto di grassi (1,2%) ed elevato contenuto di proteine (28%), carboidrati (57%) e ferro. La pianta è una annuale, erbacea, generalmente alta da 20 cm a 70 cm., ma a Castelluccio difficilmente supera i 40 cm.
Gli steli sono dritti e ramificati, le foglie alterne, composte pennate, contano da 10 a 14 foglioline opposte, oblunghe e terminano con un viticcio generalmente semplice o bifido.
I fiori, della grandezza di pochi millimetri, a corolla papilionacea, sono di color bianco o blu pallido e riuniti in grappoli da due a quattro, sono molto piccoli e non contribuiscono alla “fioritura” dei campi di Castelluccio, composta da papaveri, fiordalisi, brassica selvatica ecc..
I frutti sono dei baccelli appiattiti, corti, contenenti uno-tre semi dalla caratteristica forma a lente leggermente bombata. Il colore dei semi è molto variabile a seconda delle varietà, quella di Castelluccio, come previsto dal disciplinare di produzione IGP, è di colore dal verde screziato al marroncino chiaro, con presenza di semi tigrati.
La lenticchia veniva coltivata a Castelluccio fin dai tempi dei Romani secondo un susseguirsi di fasi lavorative tradizionali ormai modificate dall’avvento della tecnologia quali aratura, semina, fioritura, carpitura, ricacciatura, trita (ora trebbiatura), lu cantile, scamatura, conciatura, confezionamento e vendita.
Erroneamente la fioritura iniziale dei campi di Castelluccio, di colore giallo, viene attribuita alla Lenticchia ma in realtà è prodotta dai fiori gialli della Brassica arvensis spontanea, che fiorisce prima.
Colori all’infinito, sullo sfondo il Pizzo del Diavolo