Alla scoperta di piccoli crostacei: Chirocefali e company

Scritto il 06 Giugno 2018 da Gianluca Carradorini

I Monti Sibillini sono anche noti per ospitare delle specie animali, in particolare dei piccoli crostacei, unici al mondo; il famoso Chirocefalo del Marchesoni, che vive nelle acque del Lago di Pilato, ed il meno conosciuto Chirocefalo della Sibilla, che vive nelle acque del Laghetto di Monte Palazzo Borghese.
Inoltre nei dintorni sono presenti altri due crostacei praticamente sconosciuti, il Tanimastix stagnalis ed il Chirocephalus diaphanus nelle acqua dei laghetti dei Pantani di Forca Canapine e del Piano Grande.

In questo libro non voglio portare alla conoscenza dei frequentatori dei monti Sibillini solo le creste, le cime, le vie e le immagini, ma anche queste specie animali uniche e pertanto assolutamente da proteggere. Propongo pertanto tre escursioni tra primavera ed estate che permettono di osservare questi rari crostacei.
La prima escursione può essere effettuata già dalla fine di aprile – primi di maggio mentre la seconda dai primi di giugno in poi fino alla fine del mese, a seconda dell’innevamento e la terza può essere effettuata dalla metà di luglio per tutto il mese di agosto.

I laghetti dei “Pantani” di Forca Canapine, nel laghetto centrale più grande è facile ritrovare i due crostacei

Il primo itinerario, da fare da fine aprile ai primi di maggio, a seconda dell’innevamento, permette di scoprire due specie di crostacei quali il Chirocefalo diafano ed il Tanimastix stagnalis presente nei laghetti dei Pantani di Forca Canapine.

Il Chirocephalus Diaphanus dei laghetti di Forca Canapine (maschio verde e femmina marrone)

Il Tanimastix Stagnalis dei laghetti di Forca Canapine

Il Chirocephalus diaphani, più grande e molto più veloce degli altri Chirocefali, è lungo circa 2-3 centimetri, con maschio di colore verde pallido e femmina di colore verde-bruno, con evidente dimorfismo sessuale mentre il Tanimastix stagnalis è più piccolo e più chiaro, quasi inosservabile, entrambi vivono nei tanti laghetti dei Pantani di Forca Canapine.
Occorre osservare molto attentamente le acque dei laghetti più grandi in cui essi vivono che generalmente sono torbide e i crostacei si mimetizzano con il fondale.

Mia figlia Beatrice ha scoperto queste specie il 25 aprile 2007 proprio mentre passeggiavo con la mia famiglia ai bordi dei laghetti dei Pantani.

Successivamente l’Università di Camerino, a cui mi sono rivolto per la curiosità di conoscere questi crostacei, ha confermato entrambe le specie.
I Pantani sono facilmente raggiungibili da tutti da Forca Canapine da dove parte un tratturo praticamente pianeggiante che in 20-30 minuti permette di raggiungere la splendida conca, che a primavera ospita spettacolari fioriture di piante montane, in cui si trovano tali laghetti.

I laghetti dei Pantani di Forca Canapine

Itinerario di avvicinamento (in rosso): si raggiunge Forca Canapine da Castelluccio o da Norcia quindi si lascia l’auto in corrispondenza di un ampio tratturo che parte sulla destra poco dopo del nucleo abitato. Il tratturo porta comodamente alla Conca dei Pantani.

Itinerario di ritorno (in verde): stesso di avvicinamento. Verso i primi di giugno e generalmente fino a fine mese, anche in questo caso a seconda dell’innevamento, è possibile osservare il Chirocefalo della Sibilla che pullula nelle acque del Laghetto di Monte Palazzo Borghese.
Talvolta questa specie, unica al mondo, è così numerosa che le piccole pozze d’acqua laterali che si formano man mano che il Laghetto si prosciuga, sono un vero e proprio concentrato di Chirocefali.
Il 5 giugno 2007 il Laghetto si stava già prosciugando proprio per la scarsità di precipitazioni nevose dell’inverno 2006-2007 e da alcune pozze laterali abbiamo trasferito nel Laghetto più grande, con un bicchiere, centinaia e centinaia di Chirocefali rimasti intrappolati e che non riuscivano più a nuotare.

Il laghetto di M. Palazzo Borghese “in piena forma”

Il laghetto di M. Palazzo Borghese ormai prossimo all’asciugamento diventa un “concentrato” di Chirocefali della Sibilla. Sullo sfondo la cima del Monte Sibilla con l’orrenda strada

Questo crostaceo è di colore giallastro leggermente più grande del Chirocefalo del Marchesoni e con capo e mandibole piuttosto pronunciate.
Osservare questa specie nuotare nelle acque del Laghetto a primavera è un vero e proprio piacere della vita.
L’ambiente tipicamente alpino è meraviglioso, con l’enorme parete est del Sasso di Palazzo Borghese che incombe sulla valle, i prati pieni di fiori di diverse specie botaniche prettamente alpine. Questo piccolo crostaceo è presente qui sicuramente da prima della comparsa dell’uomo sulla terra.
Resiste alla temperatura dell’acqua è sempre sotto ai 10°C, le sue uova resistono al caldo estivo (il laghetto si prosciuga d’estate) ed al freddo invernale sotto la neve, e ogni anno, da migliaia di anni, è possibile osservarlo mentre nuota beatamente in queste acque gelide.

A mio giudizio questo posto è uno dei più belli dei Monti Sibillini, sicuramente meno frequentato e molto diverso dal Lago di Pilato e permette di trascorrere davvero una stupenda giornata di pace in mezzo alla natura.

Per raggiungere il Laghetto di Monte Palazzo Borghese si può salire da Foce per il cosiddetto “Canale” oppure dal Monte Prata dove si lascia l’auto si prosegue per la Fonte della Giumenta.
Dalla fonte si prende il sentiero in salita che permette di raggiungere la sella tra il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese. Non salire in cima al M. Palazzo Borghese ma dirigersi verso la sella omonima in direzione dello scoglio di Sasso Borghese. Alla sella scendere il canalone posto alla sinistra della parete, in direzione della valle dell’Aso per traccia di sentiero.
Alle due deviazioni successive prendere sempre verso destra scendendo di nuovo verso la base della parete est di Sasso Borghese dove si è già in vista del laghetto.

Chirocefali della Sibilla

Il laghetto di Monte Palazzo Borghese

Itinerario di avvicinamento (in rosso): dal parcheggio di Monte Prata continuare a piedi la strada per la Fonte della Giumenta (sentiero n.6) quindi salire per il Monte Porche fino ad incrociare il sentiero N.1 in direzione di Monte Palazzo Borghese.
Non salire in cima al M. Palazzo Borghese ma dirigersi verso la sella omonima in direzione di Sasso Borghese.
Alla sella scendere il canalone posto alla sinistra della parete, in direzione della Valle dell’Aso per traccia di sentiero.
Alle due deviazioni successive prendere sempre verso destra scendendo di nuovo verso la base della parete est di Sasso Borghese dove si è già in vista del laghetto.

Itinerario di ritorno: stesso dell’avvicinamento.
Infine dalla metà di luglio in poi, generalmente fino a settembre, si può osservare il famoso, ed anch’esso unico al mondo, Chirocefalo del Marchesoni che nuota nelle acque del frequentatissimo Lago di Pilato.
Questo terzo Chirocefalo è il più piccolo, lungo poco più di un centimetro, di colore arancio e talvolta è presente in numero di esemplari talmente elevato da alterare la colorazione verde delle acque del lago.
L’escursione nell’alta valle del Lago di Pilato alla scoperta del Chirocefalo del Marchesoni può essere effettuata anche per osservare le numerose specie floristiche alpine presenti nella zona, come descritto nell’itinerario n.14.

Il lago di Pilato si può raggiungere da Foce o da Forca di Presta o direttamente da Castelluccio per Capanna Ghezzi e Forca Viola, tutti e tre gli itinerari sono molto belli ed ampliamente descritti in altre guide.

Il Gran Gendarme del Pizzo del Diavolo si specchia sulle acque del lago di Pilato ancora parzialmente gelato: 16 luglio 1999

L’inconfondibile Chirocefalo del Marchesoni del lago di Pilato

Chiaramente si deve assolutamente evitare di prelevare i quattro crostacei descritti e portarli fuori dalle acque in cui vivono, in quanto morirebbero in pochi minuti. Come altresì si deve evitare di sporcare questi ambienti incontaminati, anche se magari ai Laghetti dei Pantani si vedono scorrazzare liberi cavalli o pecore.
Questo fa parte dell’ambiente da centinaia o forse migliaia di anni e non crea alcun inquinamento o disturbo a tali specie (come qualcuno potrebbe pensare) perché fa tutto parte di un ecosistema ormai consolidato.

Il caratteristico colore verde delle alghe del fondo del lago di Pilato

Il lago di Pilato visto dalla Forcella del Gran Gendarme durante una salita su roccia delle numerose vie del Pizzo del Diavolo (direttissima al colletto del Gran Gendarme)

Gianluca Carradorini

Chimico, libero professionista, risiede a Camerino. Ha pubblicato nel 2011 il libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”, in cui ha descritto numerose vie escursionistiche ed alpinistiche inedite aperte da lui nel gruppo montuoso, corredate da una vasta galleria fotografica di immagini,...
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