Episodio 1 della rubrica "Oltre i confini del Parco"

Scritto il 28 Giugno 2021 da Andrea Monti

Quando mi incammino tra le nostre colline per andare a recuperare le fototrappole il canto di upupe, rigogoli e gruccioni, tra gli uccelli più belli e variopinti d’Europa, mi ricorda quanto ricca sia l’estate dal punto di vista faunistico, tra nuove nascite e migrazioni di uccelli africani.

Ogni volta porto a casa tantissimi video di tante specie diverse ma l’assoluta protagonista di questi primi mesi di monitoraggio è la volpe. La volpe è un animale molto comune ma comunque difficile da vedere se non quando, per esempio, attraversa la strada. Io ho avuto il privilegio di poter osservare una famiglia composta da due genitori e i loro cuccioli giorno dopo giorno, vivendo in piccolo la loro crescita, i loro giochi, le prime esplorazioni e incontri con altri animali, le cure dei genitori e persino i primi tentativi di caccia.

Difficilmente si riesce ad entrare in contatto con la quotidianità degli animali selvatici motivo per cui non si pensa mai a come si comportano durante il giorno: spesso li si considera solamente come delle presenze, in questo caso anche dannose, che hanno il solo scopo di rubare uova e uccidere galline (senza magari pensare all’utilità per un agricoltore di avere una perfetta macchina mangia roditori).

In realtà la volpe è un animale opportunista, forse il più opportunista di tutti: la scelta tra andare a caccia tutta la notte di piccoli e velocissimi topolini oppure entrare in un piccolo pollaio sgangherato senza sforzo alcuno è una scelta scontata per lei, proprio in virtù delle sue caratteristiche comportamentali che le fanno scegliere sempre la strada più conveniente e facile. Per questo la soluzione ad un possibile conflitto con questo animale non va ricercata nella sua eliminazione (uccidere una volpe adulta in questo periodo significa spingere i suoi cuccioli ancora non autonomi a cercare a loro volta del cibo facile per cui il problema si ripresenterebbe all’infinito, oltre ad essere sbagliato per principio) ma nella sua dissuasione: rendere l’entrata in un pollaio meno facile e meno redditizia che andare a caccia, recintandolo con buone reti e usare l’ingegno provando magari soluzioni alternative.

Ad esempio in una campagna sopra Ascoli Piceno i proprietari hanno risolto il loro conflitto mettendo degli economici faretti ad energia solare che si accendono al rilevamento di un movimento ad una radiolina che con un timer rimane accesa tutta la notte. La luce e le voci della radio riescono infatti a spaventare quasi tutti gli animali che le associano ad una presenza umana nelle vicinanze.

Ovviamente sono tecniche che potrebbero non essere efficaci in senso assoluto ma è importante sottolineare come questo sia l’atteggiamento giusto da avere se si vuole rispettare la natura. Oltre ad essere estremamente opportunista, la volpe è un animale molto premuroso con la sua prole: in tutti i miei video i cuccioli non vengono mai lasciati soli, ma i genitori si danno il turno rimanendo con loro mentre l’altro va in cerca di cibo. Inoltre, nel caso in cui dei cani si avvicinino troppo alla tana, il genitore esce allo scoperto scappando dalla parte opposta per poi far perdere le sue tracce e tenere così i suoi piccoli al sicuro. Questi passano gran parte della giornata a giocare fra di loro e proprio in questi giorni iniziano ad esplorare i dintorni della tana per imparare cosa vuol dire farcela da soli: alla fine dell’estate infatti dovranno essere completamente autonomi in quanto verranno scacciati e dovranno cercarsi un loro territorio.

Oltre alle volpi, ci sono caprioli, cinghiali, tassi, istrici e martore che si fanno vedere spesso davanti alle fototrappole, senza contare le numerose specie di uccelli, anfibi e rettili che non vengono ripresi ma che comunque sono presenti in grande numero. Ma se ormai le colline e le campagne sono completamente privatizzate o quasi, con case e campi coltivati un po' dappertutto, dov’è che vivono tutti questi animali? La risposta non può che essere una sola: in mezzo a noi! Chi ha grandi giardini o campi coltivati, soprattutto se a ridosso di fossi, non ha solamente un rilassante spazio verde o il frutto del suo raccolto, ma ha anche uno spazio a metà fra il naturale e l’antropico che è fondamentale per la fauna locale.

Questi spazi privati possono diventare scrigni di biodiversità che contengono tesori di tutti e per tutti, che il proprietario ha il privilegio di poter osservare in tutte le sue evoluzione quotidiane. E che forse ha anche il dovere, nel suo piccolo, di proteggere in nome di una sostenibilità ambientale sempre più cruciale in questa epoca. Sperando che la campagna e la collina, da sempre sinonimo di una vita tranquilla a contatto con la natura, non si trasformi in una semplice ed asettica appendice della città.

Andrea Monti

Andrea Monti, nato nel 1991 ad Ascoli Piceno, è laureato in Scienze giuridiche applicate. Amante della natura fin da bambino, ha compiuto molti viaggi in giro per il mondo cercando ogni volta di entrare in contatto con la parte più...
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