I lupi assediano Roma

Scritto il 15 Dicembre 2020 da Marco Colombo
Nell'ultima settimana sono apparsi nella stampa alcuni articoli pessimi relativi al lupo, uno me lo avete mandato in tanti ma è già stato analizzato in dettaglio qui: link a facebook e, tra le altre cose, riportava un video realizzato in Emilia Romagna per parlare del Lazio.
Io vi parlo di questo: https://roma.corriere.it/.../i-lupi-assediano-roma-mappa..., in cui emergono criticità non indifferenti.
1) "I lupi assediano Roma", il termine bellico utilizzato dal titolista ha una connotazione che non si addice ad un articolo equilibrato. D'altronde uno studio ha dimostrato come i "graphic contents" tirino molto, indipendentemente dal tenore della notizia reale che si vuole dare sui grandi carnivori (ne ho parlato qui: https://www.facebook.com/.../pb.../3581751731877273/...)
2) "Sbranati non solo ovini, ma anche pony e cani": nell'immaginario collettivo il lupo mangia le pecore, ma in realtà è una specie estremamente plastica dal punto di vista comportamentale, e nel ventaglio di prede rientrano anche ovviamente altri animali domestici. Contrariamente a quanto si legge in giro, i lupi soprattutto in certi contesti mangiano purtroppo regolarmente gatti e soprattutto cani lasciati incustoditi, inclusi quelli da guardianìa (uno dei tanti esempi: https://www.gazzettadiparma.it/.../lupo_investito_da_un.../)
3) "Saranno gli squilibri dati dal disboscamento": è proprio il contrario, uno dei fattori principali che ha contribuito al ritorno spontaneo del lupo è l'avanzata del bosco a causa dell'abbandono della montagna. Negli ultimi decenni il bosco è enormemente aumentato in estensione nelle regioni italiane, in media, e anche in maturità degli alberi, con benefici non solo per il lupo ma anche per altre specie come picchio nero e martora (aumento stimato 75% negli ultimi 80 anni, da qui: http://www.fao.org/forest-resources-assessment/2020/en/)
4) "Mancanza di controlli in aree protette": cosa dovrebbero controllare esattamente le aree protette? Fare un recinto tipo zoo? Non credo di mentire dicendo che la stragrande maggioranza dei lupi attualmente presenti in Italia è nata e vive fuori dai Parchi, non dentro (qui una carta abbastanza aggiornata: https://www.facebook.com/.../a.10790849.../1749054948592584/)
5) "Mai, negli ultimi secoli, i lupi si erano avvicinati così tanto ai centri abitati": i lupi si muovono regolarmente attorno ai centri abitati, lo fanno da sempre. Anche nel periodo di "minimo storico", Boitani e Zimen con i radiocollari dimostrarono che i lupi si muovevano attorno e anche dentro ai paesi... diversa è la criticità di individui confidenti, che non hanno paura di persone a piedi entro i 50 metri, che si avvicinano di proposito o sono abituati a ricevere cibo (qui la scala di valutazione del comportamento confidente dei lupi: https://lciepub.nina.no/.../636943027332853401_PSS_Bold...)
6) "Loro vivrebbero tanto bene nel loro habitat, ma noi, umanoidi, glielo abbiamo invaso e poi ci lamentiamo pure!": non mi sento di commentare, il termine "umanoidi" si spiega da solo. Sarebbe bello capire dove vivano queste persone in grado di tenere a zero il loro impatto sul pianeta.
7) "Il lupo non attacca le persone, è timido, scappa": il lupo è un animale opportunista e intelligente, un carnivoro selvatico di grandi dimensioni con un potenziale. Se è vero che è in genere schivo, è anche vero che in certe situazioni non scappa (es. quando si è in auto), e ritengo che continuare a dire che non fa nulla in assoluto sia totalmente controproducente per la sua conservazione e per la coesistenza con le attività umane (qui approfondimento: https://www.researchgate.net/.../236330045_The_fear_of...)
8) "Non esistono branchi famelici di lupi in giro. Sono perfettamente monitorati": i branchi di lupi ci sono, e seppur "famelici" abbia una connotazione negativa, avranno pur fame e qualcosa dovranno pur mangiare. Il fatto che siano "perfettamente monitorati" (che poi sì, sono studiati, ma tutti gli esperti sanno che con queste specie è impossibile stabilire il numero esatto di individui in un territorio) non implica che siano controllati o non possano predare bestiame (qui l’intento di monitoraggio unificato tramite il nuovo Piano d’Azione nazionale per la conservazione del Lupo: https://www.isprambiente.gov.it/.../piano-dazione...)
9) "Le pecore sono sgozzate, non sono predate, forse addirittura dai pastori che quando subiscono la predazione ammazzano quelle vecchie o malate per recuperare più rimborsi": il lupo effettua spesso un morso retromandibolare al fine di recidere carotide e uccidere la preda. Questo, con dicitura magari imprecisa, può essere assimilato ad uno sgozzamento. Non ho visto le carcasse delle pecore, né i referti dei sopralluoghi, ma dare dei bugiardi agli allevatori che subiscono predazioni non favorisce certamente un clima disteso e di dialogo per la coesistenza con il lupo. Aggiungo che il fatto che non siano consumate può essere legato al disturbo (cani, pastore, etc.) e il fatto che siano più di una è legato al surplus killing, cioè alla frenesia predatoria che porta il lupo, come altre specie, a uccidere più prede del dovuto quando sono inermi e impanicate in un recinto (qui un approfondimento: https://www.researchgate.net/.../229928398_Surplus...). Come in tutte le categorie ci sono le mele marce che fanno cose fuori legge, ma è sempre bene non generalizzare.
10) "Attenzione a non fomentare una paura del lupo di ancestrale memoria": vale anche il contrario per l'idolatrìa, le polarizzazioni non sono mai desiderabili (ne ho parlato qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=204847881007040&set=pb.100044454878711.-2207520000..&type=3)
11) "Dal 2 marzo 2020 - premette - non dormo più nel letto. Mi è cambiata la vita. Quel giorno ho scoperto cosa sono i lupi": il disagio di chi vive di pastorizia ed ha a che fare col ritorno recente del lupo è comprensibile, importante è che vengano adottate misure di prevenzione circostanziate e a volte diverse caso per caso. Ci sono lupi che scavalcano recinzioni di due metri, lupi che passano barriere elettrificate, etc…
12) "Pensavo ai cani randagi, però nel dubbio chiamai il veterinario [...] a quel punto venne disposto l’esame del Dna e... si trattava di lupi puri, non ibridi": vedi punto 9, evidentemente il referto ha stabilito con il DNA che gli autori erano lupi, non pastori che sgozzano le pecore a caso. Il fatto che siano puri o ibridi non cambia assolutamente nulla sulla questione: i lupi ibridi (che poi sarebbe meglio dire "incroci") nascono, vivono e muoiono come lupi puri, si sentono tali e ad oggi non è dimostrata nessuna differenza nei loro comportamenti (qui un approfondimento legato alla Toscana, regione confinante: https://ec.europa.eu/.../carniv.../pdf/IbriwolfApollonio.pdf). Se devo fare un appunto, l'animale nella foto dell'articolo ha un bandeggio sulle zampe poco evidente, ma la fonte dell’immagine non è certa, comunque ovviamente il fenomeno è noto anche qui (qui il famoso lupo nero di Castel di Guido: https://www.romatoday.it/.../branco-lupi-castel-di-guido...)
13) "Secondo ricerche scientifiche, analisi delle feci ed altro, il lupo tra Toscana e Lazio preda soprattutto il cinghiale che ormai abbonda ovunque, costituendo più del 95% della sua dieta. Gli attacchi a greggi, certificati con analisi genetiche, si riscontrano in zone selvagge e impervie, nella Maremma, sul monte Amiata, ma sono comunque molto pochi": la dieta del lupo è estremamente variabile in base alla zona, alla stagione, al singolo branco e addirittura al singolo individuo, dato che sono note specializzazioni "culturali". Gli attacchi al bestiame non sono purtroppo pochi in tutta Italia e spesso si rivelano più numerosi in zone di recente colonizzazione, perché legati ad animali in dispersione (es. https://www.sciencedirect.com/.../abs/pii/S0006320716300052 e https://www.researchgate.net/.../Seasonal-variations-of... e https://www.jstor.org/stable/3783763?seq=1 etc. etc.)
Negare un problema non è il modo di risolverlo. Cercare nuove strategie di coesistenza tra la fauna selvatica e le attività umane, nonché un nuovo modo di fare giornalismo, sì.

Marco Colombo

Nato nel 1988, mi interesso, da quando i miei sensi me lo permettono, di natura. Dopo aver trascorso un’infanzia a cercare bisce, ragni, insetti di ogni genere, toccare cortecce, pedinare cinghiali e volpi, scrutare il Mare ed i suoi variopinti...
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