Visso è raggiungibile solo da Maddalena di Muccia per Pieve Torina, e il suo attraversamento è consentito solo previa autorizzazione del Comune. Non è consentito andare oltre Ussita e Castelsantangelo sul Nera, se non per motivi di necessità, tramite pass rilasciato dai vigili del fuoco.
Alcuni percorsi, in particolare quelli della Valle dell’Acquasanta, dell’Infernaccio e della Valle del Lago di Pilato (da Foce) sono chiusi con ordinanza dei rispettivi comuni di Bolognola, Montefortino e Montemonaco, come anche la strada del Fargno. Ma la montagna non è comunque completamente inaccessibile.
E’ quanto emerge da una prima ricognizione sul territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. I tecnici e le guide alpine del Collegio regionale delle Marche, mediante un volo in elicottero del Corpo Forestale, hanno raccolto un’ampia documentazione, preziosa anche per gli escursionisti.
In questa fase, e almeno per tutto l’inverno e la primavera, è fortemente sconsigliato effettuare passeggiate lungo sentieri che percorrono valli o versanti sormontati da rupi e pareti rocciose. Particolarmente rischiose risultano la Valle del Lago di Pilato, la Val di Panico, la Val di Bove, la Valle del Tenna, le valli di Patino e Cerasa e tutte le gole, tra cui quelle del Fiastrone, della Valnerina e dell’Infernaccio. Rischi anche alle Lame Rosse, dove sono stati rilevati crolli nelle parti sommitali, e nell’area sottostante il Balzo Rosso sul Monte Amandola.
Ma alcune aree possono essere già da ora frequentate. Tra queste: le zone collinare e pedemontane del versante orientale, tra Amandola, Montefortino, Montemonaco e Montegallo, e di quello settentrionale, tra Cessapalombo, Pievebovigliana e Fiastra (anche intorno al lago). Più in alto sono fruibili le aree del Monte Fiegni, dell’altopiano di Macereto, dei Piani di Ragnolo tra Acquacanina e Bolognola, del Piano di Santa Scolastica a Norcia, e della Valle del Campiano. Risulta interamente percorribile il Grande Anello dei Sibillini, sebbene molte strutture ricettive lungo il percorso siano inagibili. Nei casi in cui il percorso attraversi centri abitati è comunque necessario informarsi nei comuni di competenza sull’eventuale presenza di zone rosse.