Qualche giorno fa, in una bella mattina soleggiata di novembre dai colori nitidi, passeggiavo lungo-fiume. A un tratto qualcosa ha richiamato la mia attenzione. Mi sono fermata di scatto perché ho avvertito di aver incrociato uno sguardo rivolto a me. Ma ci sono voluti non pochi secondi per mettere a fuoco e decifrare di cosa si trattasse: a circa 2 metri da me, posato su un tronco d’albero reclinato sull’acqua e seminascosto dalle foglie rosso fuoco, c’era un Martin Pescatore. Mi ha guardato, mi ha lasciato il tempo di riconoscerlo, e poi via, si è lanciato percorrendo il fiume a pelo d’acqua fino a scomparire alla mia vista. Che lampo turchese! Rimango sempre a bocca aperta di fronte all’intensità e alla gioiosità dei suoi colori.
Ora, la prima riflessione per me è questa: cosa è successo in quei secondi di messa a fuoco? Io già sapevo di stare vedendo qualcosa prima ancora di avere capito cosa. C’è una parte fisiologica ancestrale in noi, il cervelletto per esempio ipotizzo, che vede prima ancora della parte “discorsiva” di noi? Io mi spiego questa lentezza, questo scarto, anche con il minore equipaggiamento sensoriale dell’uomo rispetto agli altri animali. Penso sia capitato spesso non solo a me di notare che il nostro cane o gatto per esempio individuano qualcosa o qualcuno ben prima di noi. Poi ho pensato anche questo: possibile che io non abbia mai trovato una di quelle meravigliose piume azzurre? Ho raccolto piume di gheppio, di gazza, di upupa, di cigno, di airone, di tortora… ma il martin pescatore non perde mai piume? E quindi ho una nuova missione: andare alla ricerca della piuma blu. Stay tuned! ????