Non c’è traccia di lupo Claudio. E’ stato trovato il suo radiocollare, reciso di netto, in un fosso sotto un ponte del Comune di Cessapalombo, alle porte del Parco nazionale dei Monti Sibillini. E il Parco nazionale del Gran Sasso, da cui proveniva, è stato ucciso.
Il predatore, munito di collare con rilevatore gps, trasmetteva informazioni allo staff del progetto “Mirco-lupo” dal 20 marzo dello scorso anno, giorno in cui era stato ritrovato ferito, curato e rimesso in libertà. Era stato recuperato dal personale del Corpo forestale e dai tecnici dell’Ente Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, dopo che un’auto l’aveva investito tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura, in provincia di Teramo. Dopo le analisi, le cure necessarie, e una notte in osservazione, era stato rilasciato in natura, nel luogo del suo ritrovamento, ma non prima di averlo dotato del radiocollare.
Le informazioni inviate dallo strumento raccontavano dei suoi spostamenti, delle sue abitudini e di quelle degli altri lupi: notizie difficilmente ottenibili in altro modo. L’Ente aveva scoperto che all’inizio si era riunito al branco originale e aveva iniziato a frequentare una zona marginale
dell'Area protetta. “Per mesi abbiamo seguito lupo Claudio – dice il personale del Parco -. Grazie anche all'osservazione delle impronte e alla registrazione di immagini con trappole fotografiche, eravamo riusciti a capire che piano piano aveva iniziato a muoversi in modo indipendente rispetto al suo branco. Negli ultimi tempi, lo aveva abbandonato ed era alla ricerca di un nuovo territorio in cui vivere. Si stava dirigendo verso Nord”. Ma poi hanno perso il segnale: il radiocollare ha smesso di funzionare lasciando solo due coordinate, che conducevano a Cessapalombo.
Lupo Claudio, esemplare di giovane maschio, stava appunto lasciando il branco di origine spostandosi alla ricerca di nuovi territori. Ma il collare reciso fa sospettare l’Ente che l’animale, specie protetta, sia stato ammazzato da qualche bracconiere. “E’ una violenza tanto grave quanto stupida che colpisce a morte l'intelligenza e la bellezza della natura nonché la storia identitaria della nostra comunità - lamenta Tommaso Navarra, presidente del Parco del Gran Sasso e dei Monti
della Laga -. Gli autori del fatto devono sapere che faremo di tutto per assicurarli alla giustizia. Il recente dibattito politico sull'approvazione di piani di gestione del lupo ha dimostrato di quanto poco si conosce il reale impatto della specie sulle attività umane e quanto, piuttosto, si attribuiscono al lupo danni che sono da attribuire a cani rinselvatichiti ed ibridi. La discussione dovrebbe spostarsi alla approvazione di regole chiare di gestione e conduzione di cani padronali, laddove sono abbandonati in natura dall'uomo stesso. La morte di lupo Claudio spero contribuisca almeno ad evitare un arretramento culturale che non ci possiamo permettere”.
Il fatto è stato denunciato alla Forestale di Sarnano, che copre il territorio di Cessapalombo. Le indagini, per scoprire se dietro la morte del lupo si nasconde un’attività illecita, sono partite. L’episodio sarebbe avvenuto comunque fuori dal Parco dei Sibillini.
L’ultima operazione dei militari per contrastare il bracconaggio risale al gennaio 2016.