Un nuovo studio sui pesci delle barriere coralline dimostra che la bellezza delle specie influenza l'importanza che attribuiamo loro, le nostre preferenze e purtroppo anche gli sforzi che la ricerca compie per la loro conservazione.
L'idea non è nuova (ne parlavo gli anni scorsi al Master di Comunicazione della Fauna dell'Università dell'Insubria) ma questo set di dati è molto esteso e completo.
La cosa brutta è che si è visto che i pesci più colorati delle barriere spesso sono filogeneticamente recenti ed occupano nicchie più generiche, mentre quelli meno appariscenti sono filogeneticamente più antichi e più specializzati, dunque ecologicamente più rilevanti. Paradossalmente proteggere questi ultimi è prioritario.
Quale potrebbe essere la soluzione a questo problema non di poco conto?
Sicuramente una comunicazione/divulgazione più efficace, e la fotografia ha un ruolo importante in questo: potrebbe contribuire a rendere "appealing" al grande pubblico anche le specie meno vistose, grazie a stratagemmi della percezione visiva che esulano talvolta dalle caratteristiche intrinseche dei soggetti.
Immagine: François Libert via Flickr, Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic