io lavoro spesso sul concetto di tradizione, perché studio sibille e quelle fanno parte del mito. Cioè materialmente non sono mai esistite
in pratica studio (da ❌ anni!) una roba che non esiste. E continuo a trovare nuovi materiali… quindi o sono fuori di testa, oppure evidentemente anche ciò che non puoi toccare o misurare ha un senso 🤯
la tradizione è una roba che viene trasmessa, e nella trasmissione ci sono un sacco di cose: c’è la convinzione di fare la cosa giusta, c’è la volontà di insegnarla a chi viene dopo di te…💕
poi oh, ad ogni racconto cambia qualcosa, tipo telefono senza fili, ma il cambiamento non è “modificare quello che era VERO”, ma piuttosto “mettere un pezzetto di sé in quello che lascia agli altri”.
perché lo so che sarebbe comodo un mondo diviso in bianco/nero, vero/falso, giusto/ingiusto… e invece siamo persone🤷♀️
e quello che fanno le persone, da secoli, è cercare un modo soddisfacente per stare al mondo con la convinzione di campare nel modo “giusto”. E “giusto” non esiste: ciascuno ha il suo e sarebbe bello rendersene conto. 😆
oppure ci sono state date le istruzioni della Terra e come usarla in maniera corretta e io me le so’ perse… 🤔
eh vabè. la polenta è fatta col granturco otto file, che mia nonna, moglie di mugnaio, continuava a cercare, anche se ormai quasi nessuno lo produce più perché non è conveniente
io quando la mangio mi faccio il viaggio mentale fichissimo nelle vite dei contadini del 400, e poi di quelli del 600, e poi dei miei bisnonni, ultimi mezzadri d’Italia…
addirittura faccio degli spettacoli dove parlo di queste cose, figuriamoci. però è ovvio che quella sia “solo” una polenta. come se non bastasse, io ci metto la mozzarella anziché il sugo di maiale, quindi è “sbagliata”…🌱