Di case come queste ne vedo almeno 5 o 6 al giorno, e le starei a guardare per ore.
L’effetto che mi fa è una voglia tremenda di conoscere la gente che ci viveva dentro e stessa cosa mi succede con le case medievali, i castelli, i paesi antichi…
E poi in qualche modo a quella gente siamo un po’ legati, perché dalle loro decisioni dipende, anche se molto alla lunga, la nostra vita di oggi
però come si fa a sapere cose di questa gente, quando nemmeno le serie TV della BBC sono storicamente accurate?
La mia risposta è sempre stata: le arti figurative, che noi semplifichiamo oggi in “arte”
Perché dentro ci sono la quotidianità, i valori, le scelte, gli oggetti di quella gente che vorrei conoscere. I dipinti, le statue, le monete, gli arazzi… sono oggetti fatti da qualcuno per farli vedere a qualcun altro, suo contemporaneo. Non sono stati pensati per noi, per i nostri musei, per le nostre classifiche di qualità estetica, per le nostre sindromi di Stendhal; ma sono un affare di comunicazione tra due persone (o gruppi, ovviamente) vissute secoli fa.
Attraverso quegli oggetti si può sbirciare nelle loro vite, perché sono fatti per parlare e usano un linguaggio che non comprende noi (non come gli strumenti della vita quotidiana, che sono fatti per essere usati, e parlano pure loro eh, ma in modo diverso).
Nell’attesa del dottor Who, mi faccio bastare questo per viaggiare nel tempo… ma poi tanto me la farei addosso a salire nel TARDIS