Amaltea va a Roma dal re Tarquinio (Tarquinio Prisco? Tarquinio il superbo? boh, non si sa) e gli propone di acquistare 9 libri per 300 sesterzi, il re dice di no.
Allora Amaltea brucia tre libri e questa volta vuole venderne 6 a Tarquinio, per la stessa cifra. ma lui rifiuta ancora. Bruciati altri tre libri la donna ritorna dal re con i tre volumi rimasti, e stavolta lui li compra, per 300 sesterzi, la cifra iniziale. Lui fa un affarone (anche se ci poteva pensare prima) perché quelli sono i libri Sibillini e Amaltea altri non è se non la sibilla cumana.
Il racconto è leggendario ma i libri Sibillini sono realmente esistiti, e usati a Roma per prendere decisioni quando c’era in gioco qualcosa di più grande dell’uomo. Questa xilografia racconta la leggenda in un’edizione tedesca di fine ‘400 del de mulieribus clariis (le donne famose) di Boccaccio [Penn Libraries – Inc B-720]