Quando uno scatto cattura il passato e l'immagine diventa racconto.

Il cielo secondo Gaspare Silverii, l'ingegnere fotografo

Scritto il 21 Novembre 2016 da Lucia Gentili

E’ riuscito a fotografare il passato e a renderlo eterno. E’ magia pura quella regalata dallo scatto di Gaspare Silverii, in cui una stella cadente, nella notte di San Lorenzo, accarezza la via Lattea. Sotto, le Lame Rosse. Una fiaccolata nel cielo che ha conquistato anche il National Geographic.

Quando cavalca i Sibillini all’insegna dell’avventura e dell’esplorazione, con gli strumenti da lavoro in mano, si sente a casa. Eppure è cominciato tutto per gioco. “La mia ragazza mi ha regalato una bridge – racconta – ed è stato subito amore. Tanto da mettere per un anno da parte gli studi. La laurea in ingegneria elettronica mi è comunque poi servita a diventare sviluppatore di software per la fotografia”. Quella naturalistica e quella notturna sono il suo forte. 

Dai -23° fino al Lago di Pilato, dalla “piccola Cappadocia” a Castelluccio, ha battuto tantissimo i Sibillini. Ma adesso, con il terremoto, non riesce a tornare su quelle terre. “Non voglio dare fastidio a chi sta prestando soccorsi, siamo ancora nella fase dell’emergenza – afferma – e ho un grandissimo rispetto per il dolore altrui. Ho vissuto anche il sisma all'Aquila ma un conto è documentare un problema, come fotoreporter, per fare aprire gli occhi, un altro è la vana gloria. Altre troupe sono sul posto per testimoniare, ora io non darei alcun valore aggiunto. Tornerò quando sulle macerie cadrà la neve e forse non ci sarà nessuno”.

Due giorni dopo dall’ultimo giro di Gaspare tra Castelluccio, Visso e Ussita, un ristorante in cui sarebbe dovuto andare con gli alunni del workshop è stato aperto a metà da una scossa.

Un aneddoto che lo fa rabbrividire. Ma le stelle sono sempre ad aspettarlo, in qualsiasi cielo.

 

“Approcciarsi alla fotografia notturna è più difficile – spiega – perché sai quello stai fotografando ma non lo vedi. Occorrono prove, simulazioni con i software, conoscenza del posto, della mappa celeste e senso dell’orientamento. Di notte non basta affidarsi ai propri sensi. Dall’altra parte però i sensori digitali colgono dettagli che noi altrimenti non vedremmo a occhio nudo. Allora la fotografia diventa un mezzo, racconta. Il mezzo fotografico ci rivela ciò che è nascosto ai nostri occhi, come di che colore sono le stelle”.

Lucia Gentili

Lucia Gentili, classe 1986, laureata in lettere all'università di Macerata. Collaboratrice del Resto del Carlino di Macerata. E' stata "catturata" dall'Occhio e dalla bellezza dei Sibillini. Scrive anche articoli su commissione per fotografi e artisti.
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